Glutatione: Luci e Ombre nei Pazienti Oncologici

Abstract

In questa pubblicazione gli autori del lavoro hanno valutato il ruolo del GSH e i suoi effetti antiossidanti nei pazienti affetti da cancro, mediante una ricerca approfondita sui principali database Medline ed EMBASE per studi clinici e/o pre-clinici rilevanti, con particolare riguardo alla dieta, alle tossicità e ai processi farmacologici. 

La coniugazione del GSH con gli xenobiotici, compresi i farmaci antitumorali, può provocare uno dei due effetti: gli xenobiotici possono perdere i loro effetti dannosi, oppure la coniugazione del GSH può aumentare la loro tossicità inducendo la bioattivazione. 

Pur essendo un’arma interessante contro le tossicità indotte dalla chemioterapia, il GSH può anche avere un potenziale ruolo protettivo per le cellule tumorali. 

Sono necessari nuovi studi per spiegare meglio la relazione tra GSH e cancro. Sebbene l’uso del glutatione (GSH) autoprescritto sia prevalente tra i pazienti affetti da cancro con l’intento di ridurre gli effetti tossici dei trattamenti antitumorali e potenzialmente prevenire danni ai tessuti normali, questa convinzione manca di prove scientifiche sostanziali per la sua efficacia nel ridurre la tossicità, tranne nel caso della neurotossicità correlata al cisplatino. 

Pertanto, l’uso del GSH dovrebbe essere preso in considerazione solo sotto controllo medico, tenendo conto dei tempi e delle impostazioni appropriate.

Studio realizzato da

Herbert Ryan Marini, Bianca Arianna Facchini, Raffaele di Francia, José Freni , Domenico Puzzolo, Liliana Montella, Gaetano Facchini, Alessandro Ottaiano , Massimiliano Berretta e Letteria Minutoli

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